INFERTILITA’ E BASSA NATALITA’ IN ITALIA

SIAMO UN POPOLO IN VIA D’ESTINZIONE? IN ITALIA TASSO DI NATALITA’ DIMEZZATO E DATI SHOCK SULL’INFERTILITA’.

Siamo un paese sempre più vecchio. Nel 2014 quasi 100.000 persone decedute in più rispetto ai nati. Dati shock sull’Infertilità e tasso di natalità dimezzato negli ultimi 40 anni.

culle-vuote-2-640x250Siamo un popolo in via d’ estinzione: è quanto emerge dai dati relativi al 2014 e diffusi questa estate dall’ Istituto Nazionale di statistica e dal Ministero della Salute. Il rapporto nascite/morti non è mai stato così negativo da circa un secolo: quasi centomila persone decedute in più rispetto ai nati (95.768), sono nati 11.712 bimbi in meno rispetto al 2013. Solo dopo la prima guerra mondiale abbiamo registrato risultati negativi a livello demografico più gravi di questo. Siamo al 183simo posto nella classifica della natalità stilata dalle Nazioni Unite, e al penultimo su 193 Paesi in quella della Cia, i servizi segreti Americani.

Gli Italiani hanno sempre più difficoltà a concepire figli, ed è forse quest’ultimo aspetto che più ci colpisce e che ci fa riflettere. Secondo il Ministero della salute una coppia su cinque ha difficoltà a procreare naturalmente, circa il doppio di vent’anni fa. La fertilità è ai minimi storici: il tasso di natalità negli ultimi quarant’anni si è dimezzato. Nel 2014 sono nati 8,5 bimbi ogni 1000 abitanti, nel 1974 questo valore era 16,8.

Questo problema non riguarda solo la nostra penisola in Europa, ma l’Italia è il primo Paese al mondo a segnare il cosiddetto ‘punto di non ritorno’, dal momento che il numero di persone con un’età sopra i sessant’anni supera abbondantemente il numero di persone con un’età sotto i vent’anni. In sostanza il numero di persone con un’età sotto i vent’anni non sarà mai in grado di superare gli ultrasessantenni, anzi ciò diverrà sempre più impossibile con la perdita di ricchezza e produttività. Una situazione considerata irreversibile, perché più la popolazione invecchia e più si perde competitività economica e quindi ricchezza.

Secondo i dati forniti dal National Institute on Aging (USA), 35 anni fa il 9% della popolazione italiana era composta da bambini di età inferiore a 5 anni; media oggi scesa al 4,2. Secondo la Population Division delle Nazioni Unite, nel 2050 i bambini con un’età inferiore ai 5 anni saranno appena il 2,8% della popolazione italiana.

In uno studio commissionato dall’Ue, la Rand Corporation (think tank statunitense) ha mostrato come la riduzione del capitale umano comporti una riduzione di produttività (meno lavoratori) e un aumento della pressione sul sistema pensionistico e di previdenza sociale (più pensionati in percentuale), comportando una sempre minore capacità di assistere la crescente popolazione anziana. Conseguenza di ciò è una maggiore pressione fiscale da parte dello Stato sui giovani che, di conseguenza, hanno sempre più difficoltà a creare una famiglia.

schermata2013-09-12a11.06.47Anche da quanto emerge da una ricerca del Censis, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa, su un campione di medici specialisti (ginecologi, andrologi e urologi) il nostro Paese è afflitto dal grave problema della bassa natalità e la scarsa propensione degli italiani ad avere figli è ricondotta principalmente a motivazioni economiche (75,3%). La crisi economica scoraggia le coppie che devono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Per il 62% dei medici specialisti i pazienti non sono adeguatamente informati sui problemi di infertilità e sterilità, e sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Le coppie trattate in Italia con tecniche di procreazione medicalmente assistita erano 54.458 nel 2012 ,ultimo dato ufficiale disponibile: +77% rispetto alle 30.749 del 2005. I bambini concepiti in provetta venuti alla luce sono stati 9.818 nel 2012: +169% rispetto ai 3.649 del 2005.La metà degli specialisti ritiene che una coppia dovrebbe iniziare a preoccuparsi tra i 12 e i 24 mesi dopo i primi tentativi di concepimento: le famiglie in Italia pensano troppo tardi a un figlio, con il rischio sempre maggiore di trovarsi di fronte a infertilità.

I ginecologi, andrologi e urologi sono concordi nel sottolineare l’importanza della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (89,3%). Ma evidenziano la presenza di rilevanti differenziazioni territoriali nell’applicazione della legge. L’88,7% dei medici sottolinea che non in tutte le regioni italiane è assicurato lo stesso livello di qualità nei trattamenti per la procreazione medicalmente assistita e che, nonostante le dichiarazioni di principio, non in tutte le regioni è assicurata la gratuità dell’accesso alle cure per la Pma (83,3%). In Italia il 54% dei centri in cui si può effettuare la Pma iscritti al registro nazionale sono privati, e la percentuale arriva al 69% al Sud. Il 76% degli specialisti è d’accordo con una revisione della legge 40/2004. L’aspetto che fa più discutere, da posizioni opposte e diverse, riguarda la possibilità di offrire effettivamente alle coppie la possibilità di accedere all’eterologa (60,5%).

L’infertilità, sia maschile che femminile, è spesso legata a fattori socio-ambientali e a condizionamenti di natura economica. La necessità di trovare una stabilità economica, di pianificare un assetto organizzativo che faciliti la gestione dei figli, di consolidare la propria posizione lavorativa, rappresentano fattori determinanti nella programmazione di una gravidanza. Accade così che il desiderio del primo figlio avvenga in un’età più tardiva rispetto al passato. Le statistiche ci riferiscono che l’età media del primo concepimento, per le donne, si è spostata dai 26 ai 30 anni. Il 60% dei parti in Italia riguarda donne di età compresa tra i 30 e i 39 anni e le donne che concepiscono dopo i 40 anni aumentano sempre di più, età in cui il tasso di fecondità è minimo.

Sulla fertilità intervengono, inoltre, fattori come errati stili di vita quali l’uso di droghe, l’abuso di alcool e di fumo, le condizioni di stress ambientale e lavorativo, l’obesità, i disturbi del comportamento alimentare, il doping nelle palestre e gli interferenti endocrini ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi. Le cause dell’infertilità sono quindi numerose e di diversa natura. Per alcune di esse si può intervenire con diagnosi tempestive, cure farmacologiche e terapie adeguate, ma la prevenzione e l’informazione svolgono un ruolo fondamentale per impedire o ridurre il rischio di incombere in questa patologia.

Roma 28/08/2015

Alexia Perazzi