Il 7 dicembre il Congresso del partito AfD Alternative fuer Deutschland ha ufficialmente nominato all’unanimità la sua 45enne, Alice Weidel, candidata alla cancelleria federale per le elezioni del 23 febbraio 2025 in Germania e la sua candidatura, non casualmente, coincide con l’avanzata massiccia delle destre nazionaliste, sovraniste ed anti-immigrazioniste in tutta Europa.
La Weidel ha avuto una carriera politica rapidissima e di grande impatto sugli elettori tedeschi, nel 2017 ha portato il partito in Parlamento per la prima volta, insieme ad Alexander Gauland e essendo capogruppo di AfD al Bundestag, è stata leader dell’opposizione dal 2017 al 2021, ed insieme a Tino Chrupalla, come co-presidente, la guida del partito dal giugno 2022.
Alice Weidel, 45 anni, economista, è nata a Kempten, in Baviera, e proviene da una famiglia facoltosa dell’Ovest della Germania. Dopo un dottorato in Economia conseguito in Cina ed esperienze lavorative a Francoforte, uno dei centri finanziari del Paese, è diventata una delle figure apicali dell’AfD, noto per le sue posizioni conservatrici e nazionaliste.
È entrata nel partito nel 2013, anno della fondazione di AfD, creato come forza anti-Euro nell’era Merkel e poi spostatosi sempre più a destra, con posizioni decisamente estremiste.
L’AfD viene definito da molti un partito di estrema destra ed in effetti gli slogan sbandierati dai suoi leader non si sentivano dalla fine della seconda guerra mondiale: infatti “Nero rosso oro! Nero rosso oro, cari amici!” sono state le prime parole di Weidel nel suo discorso dopo la nomina ufficiale. E ancora: “Vogliamo cancellare ogni forma di sostegno per coloro che non hanno diritto di restare e realizzare un rimpatrio in grande stile. Voglio essere molto chiara: se dobbiamo chiamarla re-migrazione, allora significa davvero re-migrazione”, ha detto ripetendo un termine che suona come una parola d’ordine nel vocabolario dei partiti di estrema destra di tutto l’occidente insieme agli slogan del neoeletto premier belga il fiammingo Bart De Wever , leader del partito conservator-nazionalista fiammingo Nieuw-Vlaamse Alliantie (N-Va) oppure del neo nominato cancelliere austriaco Herbert Kickl, il leader del partito di estrema destra Fpö incaricato di formare una nuova coalizione in Austria e di altri ancora come l’esponente della nuova estrema sinistra Sahra Wagenknecht con il suo partito personale l‘Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) che si definisce una conservatrice di sinistra, tutti accomunati da una radicata fobia dell’immigrazione straniera nei loro paesi (che però oggi è sentimento sempre più diffuso tra gli europei), che con il neologismo di re-migrazione – che di fatto riporta alla memoria antiche deportazioni degli stranieri o degli estranei alla società, abitanti in Europa – danno riscontro alla famigerata teoria del complotto della “sostituzione etnica” che vuol dire espulsioni forzate di cittadini di origine straniera, anche con cittadinanza tedesca. “Se remigrazione si deve chiamare — ha detto Weidel sul palco — allora si chiamerà remigrazione”. Il termine è stato inventato dal leader identitario austriaco Martin Sellner e quando nel novembre 2023, si scoprì una conferenza segreta a Potsdam per studiare il piano di remigrazione, ossia la deportazione a forza 2 milioni di persone, tedeschi inclusi, la Germania fu movimentate da settimane di manifestazioni anti-destra. Ora il termine è ufficialmente nel programma AfD, cose impensabili appena dieci anni fa in Germania.
In sintesi qual’è il programma dell’AfD: intende uscire dalle politiche climatiche dell’Ue, abbattendo le pale eoliche “della vergogna” e tornando al nucleare: “E riapriremo il Nord Stream, statene certi!”, ha ribadito la Weidel.
Per le tematiche sessuo-civili. Un passaggio del suo discorso è stato dedicato anche alle politiche contro la teoria del gender, sebbene sia lesbica e abbia una compagna produttrice cinematografica srilankese, con la quale vive in Svizzera e ha due figli adottivi: “Chiuderemo i gender studies e cacceremo via questi professori!”.
Anche per l’aborto – tema che ha diviso il partito dove l’AfD dei Länder dell’Est, ex territori Ddr, l’aborto dove era era legale, voleva una formulazione più morbida – ma il programma odierno sarebbe quello di permetterlo solo nei casi di stupro o di grave condizione medica. L’AfD chiede il sostegno alla “famiglia tradizionale” per aumentare il tasso di natalità. Non è stata inclusa la formulazione “padre, madre, figli”, ma sul tema Alice Weidel, che appunto è lesbica, è in difficoltà nel partito.
Inoltre l’AfD vuole la “Dexit”, ossia l’uscita della Germania dall’Unione europea, sull’esempio della Brexit. E propone una “nuova Comunità economica e di interessi europea” chiamata “Europa delle patrie (Vaterland)” dove i Paesi verrebbero a cooperare tra di loro in aree in cui esistono reali interessi comuni. In ogni caso, l’AfD vuole combattere contro quella che definisce “l’illegittima perdita di sovranità democratica interna e l’economia pianificata di Bruxelles”.
Per l’energia l’AfD è contro le rinnovabili, che producono il 60% dell’energia tedesca, e vuole reintrodurre il nucleare – “quando saremo al timone, abbatteremo tutte le pale eoliche, questi mulini a vento della vergogna”, è uno dei suoi slogan più ripetuti dalla Weidel.
L’AfD vuole inoltre riaprire il gasdotto Nord Stream e riallacciare i rapporti con la Russia, con la fine immediata della guerra in Ucraina, senza che Kiev entri né nella Nato né nell’Ue. Vi è comunque una prima apparente contraddizione nel rapporto tra AfD e Stati Uniti mentre alcuni giorni fa la Weidel dichiarava che la Germania non sarà “schiava dell’America” sempre qualche giorno fa ha aperto un dialogo costruttivo con il miliardario americano Elon Musk che ne sta diventando un dei principali sostenitori come per Trump.
L’AfD comunque si avvia sempre più rapidamente a diventare forza indispensabile di governo, in una Germania devastata da una crisi sociale ed economica profondissima come non si era mai vista dalla fine della seconda guerra mondiale, prova ne è la recentissima apertura del segretario Friedrich Merz, candidato alla cancelleria per la CDU o conservatori tedeschi per un appoggio parlamentare dell’AfD in una legge anti-immigrazione passata con la maggioranza dei voti e poi aspramente criticata dal Congresso della stessa CDU ed qui che è caduta la “Brandmauer”, il muro, la diga che separava totalmente l’AfD dagli altri partiti “normali”, “democratici”.
Corsi e ricorsi storici, gli eventi della storia non si possono fermare e non sono gli esseri umani a determinarli ma forze di livello superiore.
Marcello Grotta